Simona Rossi
Sguardi di
vita
Non so come si chiamasse.
Era seduto di fronte a me,
sulla linea tre Centrale-Duomo.
Ai piedi tutta la sua vita,
racchiusa in un borsone
di tela nera consunta.
La sua pelle d’ebano
portava il sapore lontano
della sua Terra,
ogni suo gesto specchio
e nostalgica memoria
della sua Patria.
Il suo sguardo schivo e sicuro
diceva gli affetti che aveva lasciato,
ciascuna ruga disegnava le strade
sulle quali aveva camminato,
il giovane viso illuminato dai ricordi
e insieme dalla speranza.
Non saprò mai il suo nome,
e forse non importa,
ma non dimenticherò
i suoi occhi,
che in un attimo sospeso nel tempo
hanno trascritto nei miei
tutta la sua Storia.
Un Uomo solo
sulla carrozza affollata,
in una mattina come tante altre,
perso nel suo mondo
che per un battito di ciglia
è diventato il mio.